IT – Climate Investing Handbook
Il manuale dell'investitore per costruire un portafoglio a basse emissioni di carbonio
Guida agli Investimenti sul Clima
Il manuale dell'investitore per costruire un portafoglio a basse emissioni di carbonio
**<b>DOCUMENTO DI MARKETING AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONALI E QUALIFICATI.</b>
Questo documento è ad uso esclusivo degli investitori che operano per proprio conto e rientrano nella classificazione di "Controparte qualificata" o di "Cliente professionale" ai sensi della Direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari. Non è destinato ai clienti retail.**
Insieme abbiamo il potere di cambiare il mondo
Passiamo all'azione
La Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico del 2015 si è conclusa con il primo accordo internazionale sul riscaldamento globale, che ha posto le basi per affrontare la sfida storica di fronte a cui si trova l'umanità.
Contenere il riscaldamento globale "ben al disotto dei 2°C oltre i livelli preindustriali" e "perseguire misure atte a contenere l'aumento delle temperature entro 1,5° C": con questi due obiettivi, 195 paesi si sono impegnati a modificare in maniera radicale e significativa le loro politiche in materia di emissioni e di tutela del clima.
Target ambiziosi, senza dubbio. Ma c’è una buona notizia: attraverso gli investimenti è possibile dare un reale contributo a questo cambiamento. Ad esempio, la Net-Zero Asset Owner Alliance rappresenta un patrimonio di 5.100 miliardi di dollari USA e punta esplicitamente ad allineare i portafogli con l'obiettivo più ambizioso di 1,5° C.
Capire la climatologia e districarsi tra normative, obblighi di disclosure e regole sui benchmark non è affatto semplice. In questa Guida puoi trovare tutte le informazioni chiave per mettere in pratica gli obiettivi dell'Accordo di Parigi attraverso gli investimenti.
Nei sei capitoli che la compongono, scoprirai l’importanza del cambiamento climatico per gli investitori, il quadro normativo e di disclosure, come interpretare gli indici climatici, le nostre politiche di voto ed engagement. Mi auguro che tu possa trovarla utile e ricca di spunti.
Matthieu Mouly, Chief Client Officer, Lyxor ETF
1. Cambiamento climatico e investimenti
Obiettivi dell'Accordo di Parigi: perché 1,5°C?
Cambiamento climatico e investimenti
L'Accordo di Parigi ha fissato due riferimenti chiave in tema di riscaldamento globale: un limite massimo di 2° C sopra i livelli preindustriali (il benchmark stabilito tra il 1850 e il 1900) e l'intenzione di limitare l'aumento della temperatura a +1,5° C.
Nuove analisi scientifiche puntano a differenze significative tra i risultati prodotti dall'obiettivo di 2° C e quelli realizzati contenendo l'aumento a 1,5° C. Una relazione di alto profilo del 2018 inviata dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico alle Nazioni Unite (ONU) evidenzia numerose e marcate differenze che fanno propendere nettamente per l'obiettivo di 1,5° C.
Dal rapporto emerge che un incremento di mezzo grado da +1,5° C a +2° C causerebbe un aumento della siccità e una significativa diminuzione delle precipitazioni, piogge violente, cicloni tropicali, un maggior numero di aree a rischio inondazioni in tutto il mondo, un numero più alto di paesi esposti a trasformazioni dell'ecosistema, cambiamenti del livello e dell'acidità degli oceani, estinzione di biotipi di piante, vertebrati ed insetti, un declino del 70-90% delle barriere coralline ed un calo del 50% dei raccolti di generi di prima necessità come mais, riso e frumento.1
Queste evidenze e altre ricerche analoghe hanno acceso i riflettori sulla reale posta in gioco nella lotta contro il riscaldamento globale, persino nell'ipotesi di un incremento relativo apparentemente contenuto di +0,5° C. Per tale motivo, l'UE si è impegnata a diventare il primo continente a conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Il focus si è spostato sull'obiettivo di 1,5° C
1 Fonte: IPCC Special Report 15, https://www.ipcc.ch/sr15/, ottobre 2018
Attuale traiettoria del riscaldamento globale: 4.5ºC
Visto il crescente consenso scientifico sull'importanza dell'obiettivo di 1,5° C, è necessario capire quale sia l'attuale traiettoria del riscaldamento globale. Quale scenario climatico ci attende, stante la situazione attuale?
"In assenza di misure legislative, il riscaldamento globale supererà di 4,1-4,8° C la media preindustriale entro la fine del secolo." Così ha concluso a fine 2019 l'iniziativa Climate Action Tracker (CAT), che analizza l'azione climatica dei governi rispetto agli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
Sebbene le politiche attuali indichino un riscaldamento globale più vicino ai 3° C, a dicembre 2019 il CAT ha messo in luce il "notevole divario" tra le promesse fatte dai governi e quanto realizzato sino ad oggi.2
2https://climateactiontracker.org/global/temperatures/, Aggiornato a dicembre 2019
In breve
1.5°C
Il consenso globale sul livello di contenimento della temperatura da raggiungere si è spostato sull'obiettivo di 1,5° C – il più ambizioso tra quelli tracciati dall'Accordo di Parigi
-7%
L'investimento a zero emissioni nette richiede una traiettoria di diminuzione del 7% delle emissioni ogni anno
Investimento
Attraverso le società quotate, gli investitori possono avere un reale impatto sullo status quo reindirizzando i flussi di capitali verso le imprese sensibili al tema del clima
Il consenso globale sul livello di contenimento della temperatura da raggiungere si è spostato sull'obiettivo di 1,5° C – il più ambizioso tra quelli tracciati dall'Accordo di Parigi
L'investimento a zero emissioni nette richiede una traiettoria di diminuzione del 7% delle emissioni e circa $2.4 trilioni di investimenti ogni anno
Attraverso le società quotate, gli investitori possono avere un reale impatto sullo status quo reindirizzando i flussi di capitali verso le imprese sensibili al tema del clima
2. Regolamentazione e disclosure
Politiche climatiche e disposizioni in materia di pubblicazione dei dati
Regolamentazione e disclosure
2018: Action Plan dell'Unione Europea
Nel 2018 la Commissione europea ha annunciato il "Piano d'azione per finanziare la crescita sostenibile". Si tratta di un piano programmatico finalizzato ad attribuire un ruolo più importante alla finanza e agli investimenti nel conseguimento di un'economia sostenibile.
Il piano si basa sulle raccomandazioni avanzate dal Gruppo di esperti UE di alto livello sulla finanza sostenibile (HLEG), istituito nel 2016 e composto da 20 esperti senior provenienti dalla società civile, dal settore finanziario e dal mondo accademico. Il Piano d'azione, inoltre, ingloba le raccomandazioni sul quadro di lavoro formulate dalla TCFD (cfr. Dati e informazione nella Seconda parte).
Ri-orientare i flussi di capitali verso gli investimenti sostenibili per conseguire una crescita sostenibile e inclusiva
Gestire i rischi finanziari associati al cambiamento climatico, al degrado ambientale e alle problematiche sociali
Promuovere la trasparenza e la lungimiranza delle attività finanziarie ed economiche
2020: Regolamentazione dei benchmark climatici
Dopo l'annuncio dell’Action Plan 2018 della Commissione europea ci sono stati diversi sviluppi sul fronte del cambiamento climatico che gli investitori devono conoscere. Tra questi figurano il rapporto IPCC del 2018, la Net Zero Alliance e in particolare le norme sui benchmark climatici entrate in vigore nel 2019.
Uno dei risultati più importanti ottenuti dall’Action Plan della Commissione Europea e dal lavoro congiunto svolto dal Gruppo Tecnico di Esperti (TEG) è stato il miglioramento delle etichette ecologiche assegnate ai prodotti finanziari. Le nuove disposizioni previste per gli indici climatici e le informative ESG hanno implicazioni particolarmente significative per gli investitori e la transizione ad un'economia a basse emissioni di carbonio.
La nuova regolamentazione sui benchmark è incentrato sulla creazione di nuovi indici di riferimento concepiti per aiutare gli investitori a decarbonizzare i loro portafogli e allinearsi ad uno scenario di riscaldamento entro 1,5° C. In base alle raccomandazioni del TEG, questi indici devono essere costruiti in linea con una traiettoria di decarbonizzazione che sia coerente con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
Uno dei risultati più importanti ottenuti dall’Action Plan UE è stato il miglioramento delle certificazioni green assegnate ai prodotti finanziari
Per migliorare la comunicazione delle emissioni e soddisfare questi requisiti regolamentari è necessario poter contare su dati rigorosi e attendibili.
Ciò significa creare set di dati standardizzati e confrontabili. La disclosure sulle emissioni di anidride carbonica può essere obbligatoria (Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria dell'UE) o volontaria (SBTi e CDP, spiegate più avanti) e può provenire da fonti attendibili come l'AIE o dati governativi.
3https://www.cdp.net/fr/info/about-us/what-we-do
CDP (già Carbon Disclosure Project)
Il CDP è considerato il punto di riferimento per chi ricerca dati affidabili e standardizzati sulle emissioni di carbonio.
È un ente no profit britannico fondato nel 2000 che gestisce una piattaforma di disclosure delle emissioni a livello globale in cui ogni anno confluiscono i dati relativi alle emissioni e ad altri parametri climatici forniti da migliaia di aziende, città e Stati. Nel 2019 più di 8.400 società – pari ad oltre il 50% del mercato globale – hanno inviato a CDP i dati relativi alle proprie emissioni di carbonio. Le aziende aderenti compilano un questionario molto dettagliato relativo ad emissioni, cambiamento climatico, sicurezza idrica e deforestazione.
$106 tn
Patrimonio degli investitori
Più di 515 investitori con 106.000 miliardi di $ hanno richiesto alle aziende di comunicare attraverso CDP i dati relativi al cambiamento climatico, alla sicurezza idrica e alla deforestazione3
Oltre 8,400
Aziende
Più di 8.400 aziende hanno comunicato attraverso CDP i dati relativi al cambiamento climatico, alla sicurezza idrica e alla deforestazione3
La TCFD (Task Force on Climate-Related Financial Disclosures)
TCFD (ossia Task Force on Climate-Related Financial Disclosures) è stata un altro risultato della Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite del 2015.
Creata dai paesi del G20 e annunciata ufficialmente dal presidente del Financial Stability Board (FSB) Mark Carney, la TCFD è guidata da Michael Bloomberg, cofondatore di Bloomberg LP.
L'obiettivo della TCFD è fornire alle aziende di tutti i settori un quadro di lavoro efficace per comunicare i dati sul clima in maniera uniforme e allinearsi con le esigenze degli operatori di mercato e degli investitori attenti agli aspetti climatici.
La missione della TCFD
- Consentire la divulgazione dei rischi finanziari associati al clima su base volontaria e comparabile
- Considerare i rischi fisici, di passività finanziarie e di transizione associati al cambiamento climatico
- Aiutare le aziende a capire che tipo di divulgazione richiedono i mercati finanziari
Framework della TCFD: disclosure lungo quattro dimensioni
La Science Based Targets initiative (SBTi)
Obiettivi ben definiti sono la base di partenza per passare efficacemente a un'economia a bassa intensità di carbonio. La Science Based Targets initiative (SBTi) è stata istituita come collaborazione tra il CDP, il Global Compact dell'ONU, il World Resources Institute e il World Wide Fund for Nature allo scopo di dotare il processo di definizione degli obiettivi di rigore scientifico.
Avvalendosi delle ricerche climatologiche più recenti, l'SBTi definisce gli "Science Based Target" (SBT o obiettivi basati sulla scienza) per aiutare le aziende a fissare i propri target di riduzione delle emissioni di gas serra e allinearsi agli obiettivi dell'Accordo di Parigi (contenere l'aumento del riscaldamento globale entro i 2° C rispetto alla media preindustriale, sforzandosi tuttavia di restare entro 1,5° C).4
Come fanno le aziende a fissare gli Science Based Target?
La definizione degli obiettivi basati sulla scienza avviene secondo un approccio top-down. Le società possono scegliere fra tre diversi scenari di riscaldamento globale:
Gli SBT definiscono il "budget di carbonio" a livello societario. Questo budget è dato dalla CO2 totale che un'azienda può emettere prima che il riscaldamento superi una soglia specifica, in uno scenario in cui tutte le organizzazioni che producono emissioni hanno fissato il proprio budget di carbonio.
Il Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico ha stimato che il budget di carbonio residuo a livello globale compatibile con una probabilità del 66% di contenere il riscaldamento a 1,5° C è pari a 570 gigatonnellate di CO2.5 Le singole aziende devono dunque fissare budget di carbonio tali da poter raggiungere congiuntamente tale obiettivo globale.
5https://report.ipcc.ch/sr15/pdf/sr15_spm_final.pdf
Il punto di riferimento per comunicare le proprie emissioni di carbonio. 8.400 società lo fanno.
Raccomandazioni in materia di disclosure ambientali che coniugano governance, strategia e risk management con gli obiettivi climatici.
Obiettivi concepiti per aiutare le aziende a pianificare le proprie traiettorie di decarbonizzazione e collegarle a diversi scenari di temperatura.
3. Obiettivi climatici di temperatura
Un linguaggio comune per l'investimento climatico
Obiettivi climatici di temperatura
L'assegnazione di scenari basati sulle temperature ad aziende e portafogli di investimento fornisce una prospettiva del tutto nuova e influenza in maniera più ampia le società e i gestori di fondi.
Chi supera il proprio budget di carbonio e va verso un riscaldamento di 3°, 4° o 5° C – e ancora molti lo fanno – ora non potrà più nascondersi. Le prassi di mercato potrebbero evolvere e le aziende non allineate ad un obiettivo entro 1,5°-2° C, o che non si attivano per cambiare direzione, potrebbero essere classificate, segnalate e soggette a sanzioni da parte delle autorità di regolamentazione.
Investi nei giganti del petrolio?
- No - i miei criteri ESG sono rigidi ed escludo i combustibili fossili
- Sì - tutte le aziende energetiche sono coinvolte nella transizione
Temperatura: un nuovo standard di mercato?
CDP
Quadro di disclosure dei dati legati al clima
Piattaforma di autodivulgazione globale e standardizzata
TCFD
Comunicazione delle emissioni di carbonio - governance, strategia, rischi e obiettivi
Una sorta di "IFRS" o di relazione annuale sul clima
SBT
Traiettorie di decarbonizzazione collegate a obiettivi di riscaldamento basati sulla scienza
Le aziende e gli indici possono essere assegnati a uno scenario di temperatura
Inoltre, gli investitori istituzionali, come ad esempio i fondi pensione e le compagnie assicurative, gestiscono i fondi in relazione a benchmark specifici (tra cui a breve anche i benchmark CTB o PAB dell'UE), pertanto potrebbero essere tenuti ad associare i propri portafogli a un determinato scenario di temperatura.
Alcune aziende e investitori più attivi e impegnati hanno anticipato i tempi e cominciato a pubblicare gli scenari di temperatura associati ai propri portafogli. Tra questi figura il Japanese Government Pension Investment Fund (GPIF).
Vediamo ora cosa voglia dire, in pratica, stabilire un obiettivo climatico. Tesco è una catena di supermercati britannica con oltre 6.000 punti vendita sparsi in Europa e in Asia.
Settore
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Paese
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Scenario di temperatura target
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Data di adozione degli SBT
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Descrizione degli obiettivi
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Vendita al dettaglio di generi alimentari e beni primari
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Regno Unito
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1.5°C
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Giugno 2017
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Ridurre le emissioni di gas serra Scope 1 e Scope 2 del 60% entro il 2025 rispetto al livello del 2015
Ridurre le emissioni di gas serra Scope 3 del 17% entro il 2030 rispetto al livello del 2015*
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Tesco ha fissato i suoi primi obiettivi di decarbonizzazione a livello aziendale nel 2006 e mira da tempo a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Dopo l'Accordo di Parigi, Tesco ha rivisto gli sforzi messi in campo per conseguire l'obiettivo di 1,5° C e, grazie agli SBT, ha adottato obiettivi assoluti di riduzione più ambiziosi nel breve-medio termine.
Gli obiettivi basati sulla scienza ci hanno aiutato ad allineare le nostre azioni per il clima con quelle della società globale e dell'Accordo di Parigi sul clima.
Christina Downend
Climate Change Manager, Tesco
Avendo investito più di 700 milioni di sterline nell'aumento dell'efficienza energetica e di refrigerazione a partire dal 2006, la società è riuscita ad abbassare le emissioni di negozi e centri di distribuzione del 41% per metro quadrato, nonché a conseguire riduzioni assolute anche rispetto al suo scenario di base del 2006 malgrado la notevole espansione della superficie dedicata alla vendita.
In breve
Scenari di temperatura
La regolamentazione e le best practice di settore stanno adottando gli "scenari di temperatura" come un vero e proprio linguaggio comune della rivoluzione climatica.
Adozione di SBT
Several major companies have already committed to Science Based Targets that use specific temperature goals to build their decarbonisation trajectories.
Rischio climatico
Alcune grandi aziende hanno già adottato obiettivi basati sulla scienza che utilizzano target di temperatura specifici per delineare le proprie traiettorie di decarbonizzazione.
La regolamentazione e le best practice di settore stanno adottando gli "scenari di temperatura" come un vero e proprio linguaggio comune della rivoluzione climatica.
Alcune grandi aziende hanno già adottato obiettivi basati sulla scienza che utilizzano target di temperatura specifici per delineare le proprie traiettorie di decarbonizzazione.
Alcuni investitori sottostimano il rischio assunto, ipotizzando che i maggiori responsabili delle emissioni di carbonio possano operare come in passato.
4. I principali indici sul Clima
Benchmark Climate Transition e Paris-Aligned: differenze e analogie
I principali indici sul Clima
L’Action Plan dell’Unione Europea mette in moto un meccanismo atto a tradurre gli scenari di temperatura in normative. Queste modifiche hanno implicazioni di ampio raggio sia per gli investitori sia per le prospettive future inerenti alla transizione ad un'economia a basse emissioni di carbonio.
Benchmark Climate Transition e Paris-Aligned dell'Unione Europea
Gli investitori interessati ad avviare un percorso di decarbonizzazione o ad allinearsi immediatamente agli obiettivi di Parigi possono utilizzare due tipologie di benchmark.
Si tratta dei Climate-Transition Benchmark (CTB) e dei Paris-Aligned Benchmark (PAB).
I benchmark CTB orientano il portafoglio su una "traiettoria di decarbonizzazione", ossia un percorso graduale verso una riduzione dell'impronta di carbonio.
I benchmark PAB si spingono ancora più in là e allineano immediatamente i portafogli all'obiettivo ideale per il 2030: una riduzione del 50% dell'intensità di carbonio e l'esclusione diretta di tutte le attività legate ai carburanti fossili. Si tratta di un passo intermedio essenziale per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Crea inoltre un “cuscinetto” aggiuntivo per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi.
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Gli indici CTB e PAB si prefiggono obiettivi molto simili, differenziandosi esclusivamente per determinati criteri di selezione titoli.
Capire gli indici climatici
Per la prima volta, la gestione passiva supporta i policymaker per orientare i capitali verso un mondo più “green”.
Gli indici di investimento, grazie ad una modalità di selezione titoli trasparente e standardizzata, si sposa bene con l'adozione di obiettivi climatici basati su regole precise.
Fonte: Lyxor International Asset Management, Atti delegati dell'UE per quanto riguarda le norme minime per gli indici di riferimento UE di transizione climatica e per gli indici di riferimento UE allineati con l'accordo di Parigi, luglio 2020. *6 obiettivi ambientali UE (Tassonomia): 1) mitigazione dei cambiamenti climatici, 2) adattamento ai cambiamenti climatici, 3) uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, 4) transizione verso un'economia circolare; 5) prevenzione e controllo dell'inquinamento, 6) tutela e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi ** Secondo le definizioni del sistema europeo di nomenclatura statistica delle attività economiche (NACE).
Requisiti minimi
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CTB UE
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PAB UE
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Riduzione intensità di carbonio
Scope 1 + Scope 2 e (+ Scope 3 per i settori petrolio/gas e minerario)
(+ Scope 3 per tutti i settori lungo un periodo di transizione graduale di 4 anni)
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-30%
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-50%
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Settori esclusi - base
(entro il 31 dicembre 2022 per CTB)
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- Armi
- Produzione e coltivazione di tabacco
- 6 Obiettivi Ambientali (Tassonomia UE), "Non arrecare danno significativo"*
- Società che violano le norme sociali:
• Global Compact dell'ONU
• Linee guida OCSE per le imprese multinazionali
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Business esclusi, collegati allo sfruttamento dei combustibili fossili
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No
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Carbone (>1% ricavi)
Petrolio (>10%)
Gas naturale/idrocarburi gassosi (>50%)
Produzione di elettricità (>100gCO2/kWh)
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Traiettoria di decarbonizzazione
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Minimo 7% all'anno
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Esposizione a settori ad alta intensità di carbonio**
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Almeno uguale all’indice di riferimento, in totale (no sottopeso)
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Bonus per gli Science Based Target
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Gli amministratori degli indici valuteranno l'aumento del peso in portafoglio delle aziende che adottano SBT approvati
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5. Le nostre pratiche di azionariato attivo
Quando la voce attiva della gestione passiva può guidare l'azione per il clima
Le nostre pratiche di azionariato attivo
Gli investimenti basati su indici possono essere una soluzione concreta al cambiamento climatico? I gestori attivi non sono in grado di avere un’influenza positiva sulle società affinché diventino parte attiva del cambiamento? In passato, le società di gestione del risparmio basate su indici, o "passive", si limitavano a replicare un indice addebitando commissioni minime. Dedicare risorse (e dunque sostenere costi da trasferire successivamente al cliente) per analizzare, seguire, incontrare e coinvolgere le società non era ritenuta un'attività in grado di creare valore per gli investitori che avevano come obiettivo la replica di un indice. Nel mondo degli investimenti passivi, il terreno di gioco erano le commissioni totali.
Oggi, invece, gli investimenti basati su indici sono molto diffusi e, dunque, la quota di capitale azionario delle società detenuta da gestori passivi è salita a livelli mai raggiunti prima d'ora. Detenendo una percentuale maggiore del capitale aziendale, i gestori passivi hanno più potere e responsabilità e possono promuovere pratiche di investimento sostenibili tramite attività di voto ed engagement.
Azioni per il clima e investimenti index-based
Votazioni su temi ambientali
Secondo i dati Morningstar, a partire dal 2004 gli azionisti hanno deliberato in oltre 400 assemblee in cui si chiedeva alle aziende di comunicare i rischi climatici e le strategie per gestirli. Il numero di delibere e i livelli crescenti di supporto testimoniano in che misura gli azionisti prestino sempre più attenzione alla resilienza climatica dei propri portafogli.6
Una rivoluzione nel coinvolgimento degli azionisti sui temi ambientali
Lo sviluppo di soluzioni di investimento sostenibili e responsabili da parte dei gestori di fondi attivi e passivi e la crescente attenzione degli azionisti alla sostenibilità hanno portato all'aumento del numero di campagne di engagement che danno priorità all'azione per il clima, condotte dagli azionisti stessi.
In breve
Gestori passivi =
Azionisti attivi
Agiscono in un'ottica di lungo termine, interagiscono con le società e votano alle assemblee generali degli azionisti.
Le questioni climatiche sono essenziali
Oggi è raro che un investitore responsabile non abbia all'attivo almeno una votazione o una campagna di engagement su temi ambientali.
Gli investitori vogliono di più
Chiedono più trasparenza sulle azioni intraprese per favorire la transizione energetica e l'allineamento con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
6Fonte: https://www.morningstar.ca/ca/news/195571/shareholder-climate-engagement-at-all-time-high.aspx
6. Gli ETF per la transizione climatica
Il "volano alla transizione"
Tutti insieme per il clima
Tra le varie sfide ambientali, sociali e di governance (ESG) che si trovano ad affrontare oggi le aziende, ce n'è una che le riassume tutte e al tempo stesso le mette in secondo piano in quanto ad urgenza.
"E" come ecologia. "E" come elefante nella stanza. "E" come emergenza che riguarda noi tutti: l'incapacità della nostra società, basata ancora prevalentemente sui combustibili fossili, di affrontare il cambiamento climatico. La minaccia del riscaldamento globale ci impone di rivoluzionare i nostri sistemi energetici. Il tempo stringe, ma come gestori patrimoniali e investitori abbiamo ancora il potere di cambiare il mondo, aiutando a orientare il risparmio su investimenti rispettosi del clima.
Una rivoluzione nel mondo degli investimenti
La nuova regolamentazione europea sui benchmark potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione in fatto di buone pratiche di investimento, portandoci verso un mondo in cui i flussi azionari e le valutazioni societarie dipendano dall'impronta di carbonio delle aziende. Questo risultato potrebbe essere ottenuto anche senza calcolare il costo ipotetico delle emissioni, attraverso il raffronto tra società operanti in uno stesso settore. La pubblicazione degli scenari di riscaldamento dei principali benchmark di settore creerà una vera e propria rivoluzione nei mercati quotati: nel mondo del risparmio gestito nessuno potrà più ignorare questi benchmark. Questa rivoluzione, tuttavia, potrebbe innescare un circolo virtuoso nel finanziamento alla transizione energetica, aprendo ufficialmente una “gara” per il raggiungimento della temperatura più bassa nei portafogli istituzionali.
Un circolo virtuoso nella transizione climatica
Catalizzatori della transizione climatica
Gli "influencer finanziari" possono giocare un ruolo fondamentale in tal senso: è sufficiente che qualche detentore di grandi capitali inizi a dirigerli verso indici ed ETF pro clima, dando quindi il buon esempio, affinché molti altri investitori che non abbiano lo stesso tempo e pari risorse per costruire un proprio portafoglio “green” orientino i propri capitali nella stessa direzione.
La creazione dei marchi CTB e PAB dell'Unione Europea rappresenta un'opportunità senza precedenti. Index provider, emittenti di ETF e influencer dell'investimento climatico possono essere esempi di cambiamento globale, utilizzando prodotti semplici, trasparenti e a basso costo che soddisfino tutti i requisiti stabiliti dalla nuova regolamentazione.
Ognuno di noi può fare la propria parte in questa rivoluzione, dai più grandi asset manager a livello mondiale al singolo investitore che pianifica la propria pensione.
Ognuno di noi può fare la propria parte nella rivoluzione green.
Gli ETF sono sempre stati in prima linea per la democratizzazione degli investimenti. Oggi tutti possiamo contribuire alla alla transizione verso un obiettivo di 1,5° C.
Per riassumere...
I mercati quotati sono in un periodo di transizione eccezionale, paragonabile per dimensioni all'avvento dell'era digitale. Tra vent'anni, ripenseremo a questo momento storico come al punto di svolta per l'investimento climatico. È la nostra occasione per passare all'azione e dare un contributo concreto per un mondo migliore per tutti.